“Nella comunicazione la cosa più importante è ascoltare ciò che non viene detto.”
Peter Drucker
Qual è la qualità del tuo ascolto? Ascolti senza ascoltare o il tuo ascolto è così profondo da farti sentire una relazione autentica con l’altro?
Ma quanti tipi di ascolto esistono? Proviamo a vederne alcuni.
Se cerchi di ricondurre ciò che ascolti all’interno delle tue mappe mentali, sei nell’ascolto classificatorio e la tua priorità è restare nella zona di confort, nel prevedibile e nello spiegabile. In pratica non ti porterà alcun allargamento di conoscenza.
Se invece superi l’ansia di restare in ciò che già conosci e accetti che il tuo ascoltare ti porti in territori nuovi, il tuo è un ascolto di ricerca, che ti permette di conoscere meglio il mondo del tuo interlocutore.
Quando attivi la tua parte empatica e accetti il mondo dell’altro, il tuo ascolto è diventato attivo, sei davvero sintonizzato sull’altro e la tua comunicazione diventa profonda e autentica.
L’ascolto nel coaching è contestuale, va oltre le parole: il coach ascolta anche ciò che non viene detto.
Il coach mette a tacere il proprio dialogo interiore (egoless), sospende il giudizio ed entra completamente nella relazione andando oltre le parole. In questo modo il coach supporta il coachee nella ricerca delle sue risposte, delle sue risorse, dei suoi obiettivi e del suo piano di azione per realizzarli.